La Commissione IV (Politiche per la salute e sociali) dell’Assemblea Legislativa ha discusso le linee regionali di indirizzo per la riorganizzazione della rete ospedaliera, alla luce del Decreto ministeriale 70/2015, che pone l’obiettivo della dotazione posti letto pubblici e privati accreditati a 3,7 per 1000 abitanti. Per tali finalità sono diverse le tipologie di intervento previste dalle linee d’indirizzo proposte dall’assessorato: perseguimento di maggiori livelli di efficienza e qualità delle cure, anche attraverso l’accorpamento e la riorganizzazioni di Uoc (unità operative complesse) in week-hospital e riorganizzazione per intensità di cura, riconduzione di attività di degenza ordinaria programmata breve e di Day hospital o Day surgery in attività ambulatoriali e infine percorsi di riconversione degli ospedali di comunità (Osco) secondo modelli innovativi.
La riorganizzazione dell’assistenza ospedaliera deve seguire un percorso che parta dalla casa del cittadino e arrivi al ricovero ospedaliero passando per una serie di fasi intermedie di prevenzione, diagnosi, assistenza specialistica, terapia e riabilitazione in struttura che non richiedano necessariamente un ciclo continuo di ricoveri.
Le considerazioni da cui muovere sono, da un lato, le nuove tecniche chirurgiche permettono procedure meno invasive e una conseguente riduzione dei giorni di convalescenza post-operatoria e quindi di permanenza in struttura, e dall’altro l’aumento del numero di cittadini anziani affetti da patologie croniche. In entrambi i casi ci si trova di fronte a soggetti che necessitano di assistenza intermedia all’interno di una struttura.
Ridurre i costi senza tagliare i servizi si può, creando percorsi clinici standardizzati in modo da prevedere il tasso di occupazione dei posti letto, la durata della degenza media e il tasso di ospedalizzazione. Per rispondere alle esigenze del paziente serve una rete di servizi diversificati che segua il cittadino lungo tutto il percorso di cura.
Al centro di questo percorso dobbiamo tenere il paziente; sicuramente i tempi di ricovero possono e devono essere ridotti sia nell’interesse dei pazienti che per migliorare l’efficacia complessiva della rete delle attività ospedaliere, comprese quelle in day hospital o in day surgery. Ho proposto alla Regione di istituire una cabina di regia a supporto delle strutture sanitarie, per elaborare i dati e verificare l’aderenza agli standard di gestione più efficienti.
Un’ultima riflessione riguarda il modello Hub&Spoke e la medicina del territorio: se sono i professionisti a muoversi e non i pazienti anche gli spoke possono essere valorizzati e pienamente integrati nella rete sanitaria, poi deve essere chiaro che tutti i servizi territoriali, case della salute in primis, devono funzionare al massimo ed essere riferimento vero per i cittadini altrimenti è quasi inevitabile in certi casi l’uso improprio dei ricoveri che con queste linee guida si cerca di evitare.