La Regione celebra l’8 marzo con un impegno, anche economico, senza precedenti per sostenere e rafforzare il percorso a tutela della parità tra uomini e donne. I fondi, nazionali e regionali, verranno impiegati sia per finanziare centri antiviolenza e case rifugio già operativi, sia per le nuove strutture. Confermato anche il bando regionale per i progetti di Enti e associazioni.
Nei prossimi giorni, per la prima volta, sarà formalizzata l’istituzione dell’Osservatorio antiviolenza e del Tavolo permanente per le politiche di genere.
I fondi
I 3,9 milioni di fondi riservati al contrasto alla violenza contro le donne derivano in parte da fondi statali (2,9 milioni) e in parte da stanziamenti regionali (un milione). Di questi, alla gestione dei centri antiviolenza sono riservati 1,56 milioni; oltre 423mila euro serviranno invece per l’apertura di nuovi centri e di nuove case rifugio; infine, 920mila sono previsti dal Piano straordinario contro la violenza sessuale e saranno destinati a formazione, inserimento lavorativo, autonomia abitativa e implementazione dei servizi informativi relativi al fenomeno della violenza.
Per dare continuità agli interventi promossi dalla Regione per i progetti di promozione e conseguimento delle pari opportunità e per il contrasto a discriminazioni e violenza di genere, anche nel 2018 è previsto un bando da un milione di euro per sostenere e valorizzare l’attività che Enti locali e mondo dell’associazionismo sviluppano e promuovono da anni anche attraverso proficue collaborazioni.
I dati 2016 dei Coordinamento dei centri antiviolenza
Le donne che si sono rivolte nel 2016 ai 13 centri che compongono il Coordinamento dei Centri antiviolenza della regione Emilia-Romagna in cerca di aiuto nel 2016 sono state 3431, anche quest’anno in leggero aumento rispetto al precedente, in cui gli stessi Centri avevano accolto 3353 donne (+2,2%). Hanno subito violenza 3197 donne (pari al 93,2%, contri il 91,1% dell’anno precedente).
Nel corso del 2016, le donne che hanno preso contatto per la prima volta con uno dei Centri antiviolenza del Coordinamento regionale sono state 2552, in aumento rispetto all’anno precedente +5,8% (140 donne). Le donne che hanno continuato un percorso iniziato in anni precedenti sono state 645. Le donne provenienti da altri paesi nel 2016 sono 949 pari al 38,0%, una presenza in leggero aumento rispetto agli ultimi anni, in cui si era assestata intorno al 36%. Le donne italiane sono 1552 il 62,0%.
Le donne accolte che subiscono violenza con figli/e sono complessivamente 1841, pari al 76,9%, una percentuale del tutto simile a quella del 2015. I figli/e delle donne accolte sono 3169: in media 1,7 figli/e per donna (considerando il gruppo delle donne con figli/e). Fra di essi coloro che hanno subito violenza sono 1738, pari al 54,8%, una percentuale del tutto simile a quella dell’anno precedente, il 2015.
Hanno subito violenze fisiche nel 65,8% dei casi (1679 donne); violenze psicologiche nel 92,4% (2357 donne); violenze economiche nel 41,5% (1059 donne); violenze sessuali nel 14,1% (360 donne). Percentuali che rimangono pressoché invariate rispetto agli anni precedenti.
Le donne ospitate nelle case-rifugio e nelle altre strutture dei Centri antiviolenza del Coordinamento regionale, sono state 225, i figli/e 223. Anche quest’anno si registra in entrambi i casi un aumento: + 27 donne, +10 figli/e. Considerando insieme le donne e i figli/e ospitati, in media le notti di permanenza sono 94.