Uno degli impegni più importanti che avevo preso in campagna elettorale insieme al Presidente Stefano Bonaccini, era quello di ridurre i tempi di attesa per visite e prestazioni diagnostiche. Suggerivo, almeno per il caso che conosco meglio, ovvero quello di Ferrara, che per raggiungere quell’obiettivo si dovesse da un lato riorganizzare il percorso di accesso alle prestazioni di specialistica ambulatoriale sulla base di priorità cliniche condivise e attraverso la riorganizzazione delle agende delle due aziende sanitarie, dall’altro favorire l’aumento mirato di prestazioni, anche attraverso accordi di fornitura con produttori pubblici e privati e anche attraverso l’erogazione di prestazioni anche durante i fine settimana.
Da allora, dopo circa un anno e mezzo, di strada ne è stata fatta moltissima. Innanzitutto dopo un lungo, preciso e puntuale monitoraggio, l’Assessorato ha raccolto dati significativi in ogni realtà della nostra Regione. Questo già da settembre aveva portato alla predisposizione di un piano con obiettivi ambiziosi da realizzare attraverso l’aumento del tempo e dei giorni per le visite e anche con la creazione di nuovi posti di lavoro.
Quel piano ha portato già a dicembre 2015 a risultati davvero positivi a livello regionale, ma a Ferrara si è verificato un miglioramento assolutamente significativo: con una media del 99% di visite specialistiche e prestazioni diagnostiche che rispettavano i tempi che la Regione aveva dettato (entro 30 giorni dalla richiesta nel caso delle prime visite, entro 60 giorni per le prestazioni strumentali).
Più recente è anche il salto di qualità fatto in nome della trasparenza: ogni cittadino può infatti monitorare i tempi di attesa registrati settimanalmente dalla Regione Emilia-Romagna per 42 visite ed esami diagnostici sul sito web www.tdaer.it