“Quali strumenti ha predisposto la Regione Emilia-Romagna per contrastare e prevenire le patologie correlate al gioco d’azzardo? E quali strumenti hanno a disposizione i Comuni per attuare direttamente nel proprio territorio misure concrete che abbiano quelle stesse finalità?” Sono queste le domande che ho rivolto all’Assessore regionale alla Sanità Sergio Venturi e contenute in un’interrogazione a risposta immediata che ho presentato durante la seduta dell’Assemblea Legislativa il 3 maggio.
I dati dell’Assessorato regionale alla Salute confermano che il gioco d’azzardo patologico sia una piaga sociale che consuma mediamente 1.800 € all’anno per ogni cittadino maggiorenne, pari addirittura al 6% del PIL a Ravenna, il 5,62% a Reggio Emilia e il 5% a Modena, Parma e Ferrara; solo le province di Forlì-Cesena, Bologna e Ravenna sono sotto il 4,5% del Pil. In Emilia-Romagna il contrasto e il contenimento a questo fenomeno passano dai 40 punti di accoglienza e trattamento per i giocatori patologici afferenti ai Servizi Ausl e ai soggetti del Terzo Settore accreditati, dai 42 corsi di formazione obbligatori per i gestori di locali dedicati al gioco e arrivano fino alla campagna SlotFreER, ora compiutamente delegata ai Comuni, che prevede di rilasciare un apposito marchio ai locali che scelgono di non installare nel proprio esercizio le apparecchiature per il gioco d’azzardo.
Con l’entrata in vigore della legge regionale 5/2013, i Comuni possono effettuare un più rigoroso controllo per il rilascio delle licenze per l’apertura di sale da gioco e in particolare sui processi di nuova costruzione o recupero delle sale, di mutamento di qualsiasi destinazione d’uso a sala da gioco e per la raccolta di scommesse, con o senza opere edilizie, nonché del rilascio del certificato di conformità edilizia e agibilità.
L’Assemblea Legislativa, su proposta del Partito Democratico, aveva approvato nel bilancio 2016 della Regione, lo stanziamento di 150.000 euro per supportare gli esercenti che dismettano le attività di gioco d’azzardo, riconoscendo così il valore sociale di tale scelta. Quelle risorse, come annunciato dall’Assessore Venturi nella sua risposta in aula, costituiranno un fondo che verrà erogato ai Comuni; a tal fine la Regione intende avviare entro l’estate di quest’anno un bando di concorso cui potranno partecipare i Comuni per agevolare le azioni degli esercenti SlotFree. In particolare è prevista la concessione di incentivi a favore dei titolari di attività che rimuovano gli impianti di slot machine o videolottery attraverso un contributo a titolo di credito di imposta, da far valere come compensazione dei tributi comunale come Tari, Tasi, Imu.