Passa con il voto favorevole di Pd e Sel e l’astensione di Ln, M5s, Fi, Fdi-An e Altra ER la nuova legge regionale che disciplina la raccolta, la coltivazione e il commercio dei tartufi nel territorio regionale e valorizza il patrimonio tartufigeno dell’Emilia-Romagna.
Il testo va nella direzione di semplificare norme e procedure rispetto al testo precedente (la legge regionale 24/1991), in coerenza con quanto disposto dalla legge di “riordino” (l.r. 13/2015) che ha visto il superamento del ruolo delle Province. Al necessario adeguamento normativo, si associano azioni per il rilancio del settore. Corpo Forestale dello Stato e Consorzi di bonifica, inoltre, sono fra i soggetti chiamati a concretizzare le previsioni di questa riforma e a controllarne l’attuazione. Tra le finalità della norma è stata inserita anche la promozione e sostegno alla tartuficoltura, è stato poi ampliato (da un’ora prima dell’alba fino a un’ora dopo il tramonto) l’orario di raccolta e allungata da 6 a 10 anni la validità del tesserino da tartufaio. Fino al 31.12.2016 si continueranno a seguire i calendari provinciali oggi in vigore; successivamente subentrerà il calendario unico regionale.
Una Consulta regionale per la tutela e valorizzazione del tartufo, avrà il compito di fungere da raccordo tra Regione e territori; ogni tra anni la Giunta dovrà presentare alla commissione competente una relazione sull’attuazione della norma.
Questa legge rappresenta non solo un adeguamento normativo, ma anche un tentativo concreto di rafforzare e rilanciare la vocazione tartufigena dell’Emilia-Romagna, attraverso l’azione di semplificazione, promozione e supporto di tutto il settore.