La Giunta regionale ha approvato il piano annuale del Fondo sociale regionale. Esso ripartisce le risorse che servono a sostenere persone in condizioni di estrema povertà, tutelare i minori e le vittime di violenza, contrastare il disagio sociale degli adolescenti. Sono previste anche azioni di sostegno per favorire il reinserimento sociale degli ex detenuti e l’integrazione degli immigrati.
Dei 36 milioni destinati ai servizi sociali e socio-sanitari in tutto il territorio regionale, 21,4 milioni provengono da fondi regionali, 15,1 da fondi statali.
Buona parte delle risorse regionali (18,2 milioni) sono destinate ai Comuni e alle Unioni di Comuni per gestire, attraverso il Fondo sociale locale, azioni e interventi di assistenza ai soggetti più fragili e vulnerabili. La parte rimanente (3,2 milioni) è invece destinata ai soggetti pubblici (associazioni ed enti) che realizzano progetti da tempo consolidati nell’ambito di quattro specifiche aree: lotta contro la tratta di esseri umani, sostegno alle famiglie, trasporto di anziani e disabili, miglioramento delle condizioni di vita in carcere e reinserimento sociale degli ex detenuti.
Dei fondi destinati a Comuni e Unioni, alla provincia di Ferrara spettano 1 milione 420 mila euro.
In generale, le risorse destinate a Comuni e Unioni finanzieranno progetti di contrasto alla povertà estrema e all’impoverimento generato dalla crisi economica, che si rivolgono principalmente a persone senza fissa dimora, anziani soli e famiglie numerose a bassissimo reddito. Soggetti, quindi, che necessitano di risposte ad esigenze primarie, quali l’accoglienza notturna e diurna, la fornitura di pasti, beni di prima necessità e dei servizi di igiene personale.
Altre azioni riguardano poi il benessere e la tutela dei bambini e degli adolescenti, con interventi specifici di sostegno alle famiglie con problemi socio-sanitari complessi di incuria, maltrattamento, abbandono e violenza.
Nella programmazione sono comprese, inoltre, le iniziative per gli adolescenti finalizzate a combattere il fenomeno della dispersione scolastica, il bullismo e il cyberbullismo, le dipendenze patologiche da abuso di alcol, stupefacenti e gioco d’azzardo.
Con i fondi ad essi destinati, i Comuni e le loro Unioni potranno infine realizzare interventi di integrazione sociale dei cittadini di origine straniera, in particolare donne sole, minori non accompagnati, vittime di tratta. Tra i più richiesti, i corsi di lingua italiana, la mediazione interculturale, l’orientamento ai servizi del territorio e la conoscenza della normativa regionale e nazionale.
Le altre risorse del Fondo sociale sono invece destinate a finanziare progetti da tempo consolidati realizzati a livello regionale da enti pubblici e associazioni. In particolare il Progetto Oltre la Strada, che da anni offre assistenza e integrazione sociale alle vittime di tratta, sfruttamento e riduzione in schiavitù. I programmi di miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti e del loro reinserimento sociale e lavorativo realizzati nei comuni sede di carcere (oltre a Ferrara, Bologna, Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Forlì, Ravenna e Rimini). In primo piano anche l’impegno per rafforzare la rete dei Centri per le famiglie, che sostengono e promuovono il benessere dei nuclei familiari, specialmente quelli con la presenza di minori. Altre iniziative sono finalizzate a facilitare il trasporto pubblico da parte di anziani, disabili e famiglie a basso reddito con più di quattro figli e a realizzare attività di comunicazione, studio, ricerca e formazione su temi rilevanti di carattere sociale, socio-educativo e socio-sanitario.
Dei 36 milioni destinati ai servizi sociali e socio-sanitari in tutto il territorio regionale, 21,4 milioni provengono da fondi regionali, 15,1 da fondi statali.
Buona parte delle risorse regionali (18,2 milioni) sono destinate ai Comuni e alle Unioni di Comuni per gestire, attraverso il Fondo sociale locale, azioni e interventi di assistenza ai soggetti più fragili e vulnerabili. La parte rimanente (3,2 milioni) è invece destinata ai soggetti pubblici (associazioni ed enti) che realizzano progetti da tempo consolidati nell’ambito di quattro specifiche aree: lotta contro la tratta di esseri umani, sostegno alle famiglie, trasporto di anziani e disabili, miglioramento delle condizioni di vita in carcere e reinserimento sociale degli ex detenuti.
Dei fondi destinati a Comuni e Unioni, alla provincia di Ferrara spettano 1 milione 420 mila euro.
In generale, le risorse destinate a Comuni e Unioni finanzieranno progetti di contrasto alla povertà estrema e all’impoverimento generato dalla crisi economica, che si rivolgono principalmente a persone senza fissa dimora, anziani soli e famiglie numerose a bassissimo reddito. Soggetti, quindi, che necessitano di risposte ad esigenze primarie, quali l’accoglienza notturna e diurna, la fornitura di pasti, beni di prima necessità e dei servizi di igiene personale.
Altre azioni riguardano poi il benessere e la tutela dei bambini e degli adolescenti, con interventi specifici di sostegno alle famiglie con problemi socio-sanitari complessi di incuria, maltrattamento, abbandono e violenza.
Nella programmazione sono comprese, inoltre, le iniziative per gli adolescenti finalizzate a combattere il fenomeno della dispersione scolastica, il bullismo e il cyberbullismo, le dipendenze patologiche da abuso di alcol, stupefacenti e gioco d’azzardo.
Con i fondi ad essi destinati, i Comuni e le loro Unioni potranno infine realizzare interventi di integrazione sociale dei cittadini di origine straniera, in particolare donne sole, minori non accompagnati, vittime di tratta. Tra i più richiesti, i corsi di lingua italiana, la mediazione interculturale, l’orientamento ai servizi del territorio e la conoscenza della normativa regionale e nazionale.
Le altre risorse del Fondo sociale sono invece destinate a finanziare progetti da tempo consolidati realizzati a livello regionale da enti pubblici e associazioni. In particolare il Progetto Oltre la Strada, che da anni offre assistenza e integrazione sociale alle vittime di tratta, sfruttamento e riduzione in schiavitù. I programmi di miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti e del loro reinserimento sociale e lavorativo realizzati nei comuni sede di carcere (oltre a Ferrara, Bologna, Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Forlì, Ravenna e Rimini). In primo piano anche l’impegno per rafforzare la rete dei Centri per le famiglie, che sostengono e promuovono il benessere dei nuclei familiari, specialmente quelli con la presenza di minori. Altre iniziative sono finalizzate a facilitare il trasporto pubblico da parte di anziani, disabili e famiglie a basso reddito con più di quattro figli e a realizzare attività di comunicazione, studio, ricerca e formazione su temi rilevanti di carattere sociale, socio-educativo e socio-sanitario.