Terzo settore. Oggi si è svolto il passaggio consultivo in V Commissione. Anticipiamo l’attuazione della riforma nazionale rivedendo la governance e gli strumenti di partecipazione alla concertazione locale.
È iniziato il percorso di consultazione delle diverse Commissioni dell’Assemblea Legislativa sul progetto di legge “Disposizioni per la ridefinizione, semplificazione e armonizzazione delle forme di partecipazione dei soggetti del Terzo Settore alla concertazione regionale e locale”.
Oggi siamo partiti dalla Commissione Cultura e Formazione, dove il progetto ha ricevuto il via libera unanime di tutti i consiglieri. La Commissione referente per il progetto di legge, la II, nei giorni scorsi, mi aveva nominata relatrice di maggioranza.
Con questa norma anticipiamo l’attuazione della riforma nazionale del Terzo Settore. Una realtà che in Emilia-Romagna è estremamente radicata e vitale. Si contano infatti ad oggi 3077 organizzazioni di volontariato e 3993 associazioni di promozione sociale attive in una molteplicità di ambiti e capaci di garantire anche servizi essenziali per i cittadini.
Il progetto di legge prevede in generale una revisione del sistema di governance dei soggetti del terzo settore, sia a livello regionale che locale. L’obiettivo è ridefinire i rapporti con le istituzioni pubbliche e introdurre misure di semplificazione e armonizzazione nelle forme di partecipazione alla concertazione regionale e locale.
È stata proprio la Conferenza regionale del Terzo Settore a chiedere alla Regione alcuni passaggi di revisione della governance dei soggetti del terzo settore.
La proposta prevede in particolare l’unificazione degli Osservatori regionali delle associazioni di promozione sociale e di quello del volontariato in uno unitario e paritetico oltre alla creazione di una unica Assemblea del terzo settore emiliano-romagnolo. Inoltre risulterebbero soppressi i Comitati Paritetici provinciali, composti da rappresentanti degli enti locali e delle organizzazioni di volontariato sostituendoli con organismi associativi unitari. Questi diverranno gli interlocutori degli enti locali sui temi della programmazione delle politiche di interesse del terzo settore, in particolare in ambito sociale.