La Regione Emilia-Romagna ha deciso di sospende le procedure di sua competenza sulla fusione delle Camere di Commercio di Ferrara e Ravenna. Uno stop necessario, almeno fino a quando il quadro normativo non sarà più chiaro, aprendo anche un confronto – se necessario – con il Ministero competente. Rispondendo alla mia interrogazione depositata in novembre, l’Assessore regionale Palma Costi ha ritenuto di sospendere il processo di accorpamento.
Come ricorderete nella mia interrogazione esprimevo fortissime perplessità su un processo che trovavo (e trovo) poco equilibrato e molto poco definito dal punto di vista legislativo.
Il quadro normativo intorno a questi processi di unificazione è ancora nebuloso e come auspicavo, la Regione ha ritenuto opportuno attendere l’esito dei 6 ricorsi ancora pendenti per bloccare gli accorpamenti di altrettante Camere (Crotone, Pavia, Brindisi, Rieti, Terni e Massa Carrara), su cui si pronuncerà il Tar del Lazio il prossimo 30 gennaio.
Credo che la scelta della Regione Emilia-Romagna sia di buon senso e auspico che il Governo chiarisca quanto prima, come annunciato dal ministro Gian Marco Centinaio, affinché la normativa nazionale di riferimento sia completa, inequivocabile e garantisca la tutela delle nostre imprese.