Il Sindaco di Comacchio ha tutto il mio sostegno.
La decisione di privare il Museo del Delta Antico di Comacchio di alcuni reperti ormai simbolo del Museo stesso, è incomprensibile
Il progetto del Museo, il percorso espositivo, il materiale da esporre furono decisi con le stesse Istituzioni che adesso, all’improvviso, ritengono che quello che si è fatto vada modificato perché i reperti messi a disposizione, devono ritornare a casa.
Certamente chi ha preso la decisione, non è consapevole di cosa abbia significato quel progetto per Comacchio, dell’impegno e della partecipazione che ha generato in quella comunità e del grande riscontro che quell’investimento sta avendo nel territorio.
Noi che abbiamo seguito il Progetto in questi anni, non solo abbiamo colto l’entusiasmo che lo ha accompagnato, ma la determinazione nel cercare di uscire da stereotipi che in passato hanno danneggiato quella parte del territorio, che pareva vedesse il suo futuro solamente nello sviluppo edilizio e nelle attività balneari.
Il Museo e l’importante investimento fatto in ambito culturale, segnala la volontà di intraprendere un percorso nuovo che punta sulla qualità, la sostenibilità, la valorizzazione delle eccellenze
Questa scelta non va punita, ma va sostenuta perché serve a Comacchio e serve a tutto il territorio ferrarese.
Quando sentiamo parlare della necessità di fare sistema perché ormai la competizione è tra territori, non si parla solamente di problematiche economiche, ma si parla di servizi, di infrastrutture, di qualità della vita e ovviamente si parla di cultura.
Comacchio è un’eccellenza. Rimini quando va all’estero la promuove come se fosse parte del suo territorio e altri, invece, depotenziano le sue risorse? Non ha senso.
Io posso comprendere le buone intenzioni degli organi territoriali del Mibac, ma ci sono aspetti che attengono alle politiche territoriali, alla valorizzazione di un intero territorio, che devono essere affrontate con una visione d’insieme e avendo chiaro il traguardo che si vuole raggiungere.
Ritengo che la scelta che si vuole compiere non rappresenti solamente un danno grave al Museo di Comacchio (che dovrebbe ripensare agli allestimenti, ai percorsi espositivi, alla promozione, tutte cose che peraltro richiedono investimenti importanti, poco giustificabili a due anni dall’apertura), ma un danno rispetto ad una visione di futuro nel quale il territorio ferrarese vuole crescere guardando sia al centro che alla periferia, in una logica di complementarietà e non di contrapposizione.
Per essere attrattivi, dobbiamo esaltare le nostre eccellenze e metterle in rete così da creare un sistema interessante, attraente, dove ogni parte dello stesso è complementare con le altre
Infine, volendo essere pragmatici, basterebbe dire una cosa: i Crateri al Museo di Spina non aggiungono praticamente nulla (infatti non erano esposti) mentre a Comacchio ormai ne sono il simbolo.
Portarli via farebbe pensare ad un dispetto o a una punizione. Visto che io assolutamente non credo ci siano intenzioni di questo genere, facciamo prevalere il buon senso e concentriamoci piuttosto su come i due musei possano cercare sinergie per arricchire la loro progettualità e rendere ancor più efficace l’aspetto promozionale.