Il 1° febbraio 1945 le donne italiane ottenevano il diritto di voto
Ammetto di rabbrividire pensando che prima di allora una donna non potesse essere né elettrice né tantomeno eletta.
Oggi sembra inconcepibile una tale discriminazione sulla base del genere. Allo stesso tempo però, questo dato ci fa riflettere su come gli ultimi settant’anni di lotta per l’emancipazione femminile abbiano velocizzato il processo di equiparazione tra donne e uomini, fermo da secoli nel nostro Paese.
La conquista del diritto di voto e il protagonismo delle 21 Madri costituenti (elette tra i 556 Costituenti) nel redigere la nostra Costituzione, furono senza dubbio le premesse per la successiva stagione di emancipazione. Il fatto di avere avuto una componente femminile nel gruppo ristretto degli estensori, ha fatto sì che la Costituzione Italiana vedesse la luce contenendo già tra i propri articoli i semi di quelle conquiste che arriveranno solo decenni dopo: l’accesso a tutte le professioni, cariche o impieghi pubblici, il divorzio, la riforma del diritto di famiglia, la legge sull’aborto per citarne qualcuna.
È con questo spirito che dobbiamo guardare avanti e lavorare perché i diritti delle donne siano tali nella vita di tutti i giorni e non solo sulla carta.