Cambia il sistema nazionale di accoglienza profughi e l’Emilia-Romagna apre alla possibilità di svolgere, in modo volontario, attività utili alle comunità locali da parte degli stessi richiedenti asilo.
Il prossimo 30 settembre entrerà infatti in vigore il DL 142/2015 che sarà il riferimento unico per Prefetture e Amministrazioni locali. I nuovi indirizzi riguardano principalmente tre aspetti. Il primo è il modello “organizzativo” dell’accoglienza, che dovrà essere suddiviso in primo e secondo livello, sotto l’egida di un Tavolo di coordinamento nazionale e regionale in capo alla Prefettura; il secondo riguarda il modello di pianificazione dell’accoglienza, che consente di passare dalle vecchie strategie di accoglienza emergenziali a iniziative mirate e strutturate; il terzo fa riferimento alle procedure in tema di residenza e il lavoro. In questa prospettiva, i richiedenti asilo potranno iscriversi all’anagrafe dopo 3 mesi di permanenza nei centri di accoglienza e potranno svolgere attività lavorativa dopo 60 giorni, e non più 180, dalla presentazione della domanda di asilo.
La Regione Emilia-Romagna fa un passo oltre: il 23 settembre la vicepresidente Elisabetta Gualmini ed il Prefetto di Bologna Ennio Mario Sodano, hanno siglato il Protocollo regionale sulle attività di volontariato per richiedenti asilo, sottoscritto anche dal Terzo Settore, dalle Organizzazioni sindacali, dalla Cooperazione sociale e dall’Anci. Sulla base dei nuovi accordi, i profughi potranno, in modo volontario, dare il proprio contributo alle comunità che li accolgono. E lo possono fare pulendo strade e sentieri, curando parchi e giardini pubblici, occupandosi di trasporto sociale oppure eseguendo piccoli lavori di manutenzione nelle scuole o in altri edifici pubblici. Anche questo è un segno, hanno sottolineato i sottoscrittori, di reciprocità e rispetto per i cittadini emiliano-romagnoli che accolgono queste persone.
Ai profughi che accetteranno di svolgere attività di volontariato verranno garantiti, oltre all’assicurazione, percorsi di orientamento e formazione, nonché eventuali strumenti, attrezzature e dispositivi di protezione individuale per l’esercizio delle attività che andranno a svolgere.