La riorganizzazione del servizio di consegna della corrispondenza che Poste Italiane Spa ha avviato in via sperimentale in numerosi Comuni dell’Emilia-Romagna arriva anche all’attenzione dell’Assemblea Legislativa regionale.
Ho rivolto un’interrogazione alla Giunta, insieme ad altri colleghi del Partito Democratico con prima firmataria Lia Montalti, per fare chiarezza sulle nuove modalità di consegna ‘a scacchiera’ che in queste settimane sarà avviata anche nel Ferrarese. Interveniamo, come già fatto lo scorso anno quando venne scongiurata l’ipotesi di chiusura di molti uffici postali decentrati, per chiedere spiegazioni all’azienda che, anche in questa occasione, si è sottratta al confronto con i rappresentanti delle realità locali.
L’Assessore Emma Petitti ha annunciato di avere già provveduto, insieme ad ANCI, a convocare Poste Italiane per approfondire le modalità organizzative che l’azienda intenderebbe perseguire e fare il punto sui territori che dovrebbero realmente essere interessati alla riorganizzazione, chiarendo i fattori oggettivi alla base di quelle scelte.
È indubbio, infatti, che Poste Italiane abbia agito con l’autorizzazione di Agcom e sulla base di parametri di legge stabiliti a livello nazionale, ma a livello locale, come è emerso anche dalla lettera alla stampa inviata dal Sindaco di Ostellato Andrea Marchi, si è riscontrato un forte deficit di comunicazione e condivisione delle strategie sia con gli enti locali, sia con gli utenti.
Il territorio ferrarese presenta peculiarità specifiche di cui la norma tiene conto e laddove emergano criticità nell’applicazione del provvedimento, la stessa Agcom apre alla possibilità che il recapito della corrispondenza a giorni alterni sia rivisto. Chiediamo quindi un occhio di riguardo per i territori e per le realtà più periferiche e confidiamo in questo sull’appoggio della Regione Emilia-Romagna, come già era accaduto nel 2015.