Con le scuole e i servizi per gli anziani e l’infanzia chiusi, solo il 25% delle donne italiane ha ripreso a lavorare, contro il 75% degli uomini. E anche in Emilia-Romagna il contraccolpo ha colpito maggiormente le donne, con il 61,8% delle domande totali di CIG in deroga che riguardano impiegate e operaie, con una grave flessione delle imprese femminili.
Nel confronto tra maggio 2020 e maggio 2019, in provincia di Ferrara ci sono quasi 500 imprese, perlopiù micro e piccole, in meno. Un dato che colpisce in particolare l’agricoltura, il commercio e i servizi ricettivi e di ristorazione. Delle imprese cessate, una su cinque è a conduzione femminile.
L’economia ferrarese, costruita su un tessuto imprenditoriale più fragile rispetto ad aree anche a noi molto prossime, sicuramente subirà un contraccolpo violentissimo al quale vanno date risposte organiche, anche grazie agli strumenti che dall’Europa e dal Governo ci saranno messi a disposizione. Un occhio di riguardo sono sicura che vada rivolto alle attività che vedono coinvolte, nella gestione e nella forza lavoro, le donne, premiando chi ne favorisce i tempi di conciliazione.
Da donna impegnata nelle Istituzioni e in politica, non posso che sostenere la richiesta, avanzata dalla Conferenza nazionale delle Donne Democratiche, di un impegno straordinario e innovativo per le pari opportunità perché con il lavoro e il protagonismo delle donne, tutta la comunità ne trae giovamento e crescita collettiva.
Oltre all’accesso universalistico ai servizi educativi e di conciliazione, occorre spingere su bandi regionali e microcredito a sostegno dell’imprenditoria femminile.
Nel programma di mandato delineato pochi giorni fa dal Presidente Bonaccini, ci sono precisi punti che integrano un piano di rilancio delle pari opportunità: supporto ai caregiver familiari, nuovi strumenti di welfare e di lavoro agile con monitoraggio e misurazione dell’impatto di genere ex ante ed ex post, promozione dell’accesso delle ragazze alle materie STEM e alle competenze digitali.
Non possiamo negare che la crisi sanitaria e il lockdown abbiano infatti avuto le ripercussioni più pesanti sulle donne, così come dimostrato dai dati.