La Regione Emilia-Romagna è stata la prima in Italia ad occuparsi sistematicamente di contrasto e lotta alla povertà. Nel 2017 è stato introdotto il Res o Reddito di Solidarietà. Una misura di sostegno al reddito finalizzata a superare le condizioni di difficoltà di chi ne fa richiesta e del relativo nucleo familiare. Il Res è stato pensato come un’ausilio da affiancarsi alla misura nazionale: il Sostegno all’Inclusione Attiva o Sia.
Si è però deciso di fare di più per cercare di aiutare il più possibile le tante persone colpite duramente dalla crisi scoppiata nel 2008 di cui ancora oggi paghiamo i lunghi strascichi. Il Piano Regionale per la lotta alla povertà 2018/2020 di Regione Emilia-Romagna mette insieme risorse regionali e fondi europei.
Oltre 234 milioni di euro per reinserimento lavorativo, inclusione sociale, fondi ai Comuni, rafforzamento dei Servizi. Uno sforzo importante e deciso per non lasciare indietro nessuno. Questo il quadro dei fondi ripartiti dopo la Conferenza Stato-Regioni, all’Emilia-Romagna: 75,3 milioni di euro per il 2018, che saliranno a 78,7 nel 2019 e a 80,7 nel 2020.
Con l’obiettivo di assicurare a tutti i cittadini un livello minimo di prestazioni uniforme su tutto il territorio regionale, il Piano prevede degli standard minimi quali un assistente sociale ogni 5 mila abitanti in tutti gli ambiti territoriali e, a seconda della dimensione dei Comuni, e la presenza di un numero minimo di sportelli informativi e di accesso ai servizi sul territorio. Gli ambiti distrettuali che saranno eventualmente al di sotto di questi standard potranno adeguarsi grazie alle risorse a diposizione così come dovranno potenziare gli interventi previsti dai progetti individualizzati a favore dei nuclei e delle persone che ricevono il sostegno al reddito nazionale e regionale.