Discussa l’interrogazione urgente che ho presentato in vista del Tavolo nazionale della Chimica. La nostra Regione è dalla parte della transizione intelligente che tiene conto dell’ambiente e dell’impatto della chimica sul tessuto produttivo nazionale e su quello occupazionale locale.
L’interrogazione da me presentata è approdata in Assemblea Legislativa alla vigilia della convocazione del Tavolo nazionale della Chimica al Ministero dello Sviluppo Economico per discutere l’eventuale chiusura dell’impianto di cracking di Porto Marghera.
Uno scenario che, in assenza di progetti alternativi metterebbe a rischio il polo di Ferrara. Un tema che insieme ai sindacati stiamo seguendo da tempo e sul quale sarebbe importante ci fosse anche l’appoggio del Sindaco di Ferrara Alan Fabbri, che però pare più interessato a intervenire su Lamorgese e sui temi della Lega nazionale che su questo.
Tutti i poli del cosiddetto quadrilatero padano – Marghera, Mantova, Ferrara e Ravenna – sono connessi e quello che temiamo è che Ferrara paghi pesanti conseguenze da una scelta su Marghera che va ben oltre i confini di quel sito e ha ricadute su tutta l’industria chimica.
L’Assessore Vincenzo Colla è intervenuto proprio lunedì a Pontelagoscuro assicurando che andrà al Tavolo con la ferma intenzione di ottenere certezza su un investimento sul polo chimico di Ferrara che salvaguardi l’occupazione e mantenga il ruolo strategico del polo stesso.
È in sostanza quella che definiamo ‘transizione intelligente della chimica’.
Non possiamo fare a meno di alcune materie plastiche, ma non dobbiamo neppure dipendere dal petrolio per realizzarle. Si possono coniugare esigenze di carattere ambientale con quelle economiche, occupazionali e sociali.
Senza cracking non si progetta la transizione e non si crea cultura ambientalista se non si garantisce la tenuta sociale. Il Ministero ha già previsto specifici investimenti su Mantova e Marghera, è indispensabile che al più presto si decidano anche quelli su Ferrara.