Le marinerie dell’Emilia-Romagna sono in stato di agitazione e domani manifesteranno per chiedere modifiche alle norme di settore e io sarò a Porto Garibaldi, al loro fianco. Le rappresentanze del settore segnalano il venire meno di un dialogo costruttivo fra le istituzioni ed il mondo della pesca, col risultato di regole poco attente alle esigenze degli operatori, che deprimono ulteriormente un comparto già in crisi. Valga per tutto, la soppressione della commissione consultiva centrale della pesca al MiPAAF.
Le categorie lamentano in particolare l’asprezza delle sanzioni amministrative introdotte dalla Legge 28 luglio 2016, n. 154, il sistema di distribuzione alle imprese di pesca della quota nazionale assegnata all’Italia per la cattura del tonno rosso, il sistema dei controlli applicato alle imprese di pesca (BLUE BOX – AIS – Giornale di bordo elettronico) e di verifica sull’attività di pesca.
Nel territorio regionale sono oltre 2000 le imprese attive nel settore dell’acquacoltura e circa 700 quelle che praticano pesca marina. In alcune zone si tratta della principale fonte di reddito e occupazionale.
La Regione Emilia-Romagna è ben consapevole della rilevanza e dell’urgenza delle questioni sollevate dai nostri pescatori e si propone come parte attiva nel favorire il confronto tra le Istituzioni nazionali e i portatori di interesse per giungere a soluzioni normative capaci di garantire la tutela del mare e dei suoi prodotti oltre alla redditività del settore per tutti i suoi occupati. Considerato poi che a livello regionale stiamo procedendo ad una revisione della normativa vigente in materia di pesca, sarà ulteriormente intensificata la consultazione con il mondo produttivo.