L’economia in Emilia-Romagna gode di buona salute. Ci prepariamo infatti a chiudere il 2018 con un +1,4% di PIL e per il 2019 la stima è quella di un +1,2%.
Il dato si conferma migliore rispetto a quello nazionale: l’Emilia-Romagna resta al vertice della crescita tra le regioni italiane, sia per il 2018 che per il 2019. A livello nazionale, proprio in questi giorni, Bankitalia ha dovuto rivedere al ribasso le stime per il 2018, ferme al +0,9% contro il +1,2% indicato nelle stime di luglio.
I dati emergono dal Rapporto 2018 sull’economia regionale dell’Emilia-Romagna, con un focus su Economia e innovazione sociale, realizzato in collaborazione tra Unioncamere e Regione Emilia-Romagna con il contributo di Aster ed Ervet e le stime di Prometeia.
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IMPRESE
Al 30 settembre 2018 le imprese attive in Emilia-Romagna erano poco meno di 405 mila, sostanzialmente stabili rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-0,4%), a fronte di un aumento del numero degli addetti nelle imprese del 2,6%.
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LAVORO
Tra gennaio e settembre 2018 gli occupati sono circa 2.004.000, circa 46 mila occupati in più rispetto all’analogo periodo del 2017, per un incremento dell’1,4%. Il tasso di disoccupazione, nei primi nove mesi del 2018 è stato pari al 5,7%, in discesa rispetto all’analogo periodo del 2017 quando era il 6,4%. Nel terzo trimestre dell’anno il tasso di disoccupazione si è fermato a al 4,7%. Il tasso di occupazione, nei primi nove mesi del 2018 ha raggiunto il 69,6%: nello stesso periodo del 2017 il valore era pari a 68,7%. Il tasso di occupazione femminile è stato del 62,7%, in crescita rispetto al passato e inferiore solo al valore della Valle d’Aosta e del Trentino Alto-Adige.
Le ore di cassa integrazione autorizzate nei primi 10 mesi del 2018 risultano in notevole contrazione rispetto allo stesso periodo del 2017 (quasi -50%). In diminuzione particolarmente forte le ore autorizzate per la cassa integrazione in deroga (-83%), -21% quella ordinaria -64% quella straordinaria. -
INDUSTRIA
Dopo la grande crisi internazionale avviata nel 2007, la ripresa ha finalmente condotto alla più lunga fase di espansione della produzione industriale dal 2003, quindici trimestri di crescita in Emilia-Romagna. Il bilancio dei primi nove mesi del 2018 si chiude con un incremento del 2,2% Meglio le imprese più grandi, qualche segnale di difficoltà si inizia a cogliere tra le aziende più piccole. Le esportazioni regionali di prodotti dell’industria manifatturiera hanno fatto segnare un aumento del 4,6%.
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TURISMO
Sulla base dei dati dall’Osservatorio Turistico della Regione e Unioncamere, realizzato in collaborazione con Trademark Italia, l’industria turistica regionale chiude i primi dieci mesi del 2018 superando i 56 milioni di presenze turistiche, in aumento del 4,4% rispetto ai circa 54 milioni registrati nel 2017. Gli arrivi turistici salgono a 12,4 milioni, con una crescita del 6,4% rispetto agli 11,6 milioni del 2017. Tutti i comparti turistici della regione (Riviera, Città d’Arte e d’Affari, Montagna appenninica e Altre località) registrano una performance positiva. Si registra una crescita sia della clientela nazionale (+5,8% di arrivi e +3,8% di presenze), sia di quella internazionale (+8% di arrivi e +6,3% di presenze).
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AGRICOLTURA
La consistenza delle imprese attive nei settori dell’agricoltura, caccia, silvicoltura e pesca continua a seguire un pluriennale trend negativo, ridotto però nell’ultimo anno. A fine settembre si contavano 57.042 imprese, il 14,1% delle imprese attive. La base imprenditoriale regionale si riduce di 1.010 unità (-1,7%), rispetto allo stesso mese dello scorso anno.
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COSTRUZIONI
Le imprese di medio-piccola dimensione registrano i risultati migliori, in generale crescono di più le imprese che operano con i privati, in particolare per lavori di ristrutturazione. A settembre le imprese attive delle costruzioni erano 65.739, il 16,3% del totale delle imprese attive in regione. Continua a ridursi l’intensità della tendenza negativa, che risulta la più contenuta dal terzo trimestre 2011. A settembre 2009 erano 76.126, pari al 17,8 per cento del totale. La perdita da allora risulta quindi del 13,6%.
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COMMERCIO INTERNO
Al 30 settembre 2018 le imprese attive nel settore del commercio interno (al netto dell’alloggio e della ristorazione) erano 91.103 per un’occupazione superiore alle 300 mila unità. Il comparto dell’alloggio e della ristorazione conta più di 30 mila imprese con quasi 200mila addetti. Dunque, nel suo complesso, il settore vale il 30 per cento del totale delle imprese della regione e il 27 per cento dell’occupazione.
Commercio e ristorazione presentano dinamiche differenti, il commercio nell’ultimo anno ha visto ridursi la base imprenditoriale a fronte di una sostanziale tenuta dell’occupazione. Al contrario l’alloggio e ristorazione ha incrementato le imprese e, soprattutto, gli addetti, cresciuti del 6 per cento nel solo ultimo anno.I dati congiunturali confermano la dinamica negativa che caratterizza il settore del commercio da ormai un decennio. Nei primi nove mesi del 2018 le vendite sono diminuite dell’1,8%, con una dinamica che è andata peggiorando negli ultimi trimestri. Le ragioni sono molteplici, riguardano sicuramente il perdurare della crisi dei consumi e della domanda interna che stenta a ripartire, così come sulle dinamiche del settore incidono i cambiamenti nei comportamenti d’acquisto dei consumatori, a partire dagli acquisti on line. La fase recessiva riguarda tutte le tipologie commerciali e tutte le dimensioni, anche la grande distribuzione.
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COMMERCIO ESTERO
Nel corso dei primi nove mesi del 2018 le esportazioni italiane hanno messo a segno un aumento del 5,2% del proprio valore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’anno passato era stato registrato un incremento leggermente più elevato, attorno al 7% per cento. Dal punto di vista merceologico, i settori che hanno fatto registrare i maggiori incrementi delle proprie esportazioni sono gli apparecchi elettronici ed ottici (+8,1%), i metalli ed i prodotti in metallo (+7,7%) e la meccanica (+5,1%). In calo il settore dei minerali non metalliferi (-3,6%): l’alimentare e sistema moda crescono del 4%. Per quanto concerne i mercati di sbocco, la Germania si conferma il principale partner commerciale dell’Emilia-Romagna, con quasi il 13% delle vendite all’estero. Il mercato nei primi nove mesi dell’anno è cresciuto del 6,1%. Al secondo posto la Francia (11%) al terzo gli Stati Uniti, (10%).
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ARTIGIANATO
Il terzo trimestre del 2018 ha interrotto la fase di espansione della produzione dell’artigianato manifatturiero durata nove trimestri. Nonostante la flessione dello 0,8% nel terzo trimestre, i primi nove mesi dell’anno si chiudono con una variazione della produzione dello 0,6%. Le cooperative in regione risultano poco più di 5 mila, gli addetti quasi 250 mila pari al 14% del totale regionale. In diminuzione dal punto di vista numerico (-1,7% rispetto all’anno precedente), presentano una dinamica positiva per l’occupazione, seppur contenuta (0,6%) e per il fatturato (oltre 40 miliardi).
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CREDITO
Secondo i dati provvisori forniti dalla Banca d’Italia, la consistenza dei prestiti bancari concessi al complesso dell’economia regionale a fine settembre 2018 risulta in espansione dell’1,1%o rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-0,4% l’anno passato). Dal punto di vista settoriale, continua l’aumento di quelli concessi alle famiglie consumatrici (+2,6%, +2,3% passato), mentre si registra una timida inversione di tendenza per le famiglie produttrici (+0,2%, -1,9% l’anno passato). Nei primi nove mesi del 2018 è proseguito il graduale miglioramento della qualità del credito del credito erogato all’economia regionale. I depositi bancari di famiglie ed imprese sono cresciuti del 4,8% (6,4% l’anno passato) superando i 120 miliardi di euro. I rapporti tra banca e impresa in regione, secondo l’Osservatorio sul credito di Unioncamere Emilia-Romagna, procedono nella lenta marcia verso il miglioramento.