“Promuovere, a livello nazionale ed europeo, il processo di revisione dell’individuazione dei prezzi dei farmaci per le cure dell’epatite C, facilitare l’accesso ai farmaci ad azione antivirale diretta (DAA) e intervenire, anche con risorse regionali, nella presa in carico e nella cura di pazienti con patologie croniche a partire dai soggetti contagiati da sangue infetto”.
L’Assemblea legislativa ha approvato – senza voti contrari e con la sola astensione di Forza Italia – una risoluzione che avevo presentato come prima firmataria che impegna la Giunta in questa direzione.
Penso sia giusto darci degli orientamenti precisi sul tema. Dobbiamo dissuadere i cittadini che necessitano dei farmaci dal fare viaggi in India o acquistarli on line per la loro sicurezza. Il tema dell’epatite C va affrontato da un punto di vista medico e non politico, non siamo in una fase di emergenza nazionale. Tutti i contagiati devono essere curati, le priorità devono essere allargate.
L’infezione da virus dell’ Epatite C (HCV) è la più comune causa di malattia cronica epatica; l’evoluzione della malattia è generalmente lenta, dell’ordine di decenni (10-20 anni).
In un’elevata percentuale di casi la malattia è asintomatica fino alle fasi più avanzate; circa il 70% delle persone infette non sa di esserlo. Gli esiti a lungo termine sono molto variabili, e vanno da alterazioni istologiche minime fino alla cirrosi epatica e all’epatocarcinoma.
Il progetto nazionale di trattamento farmacologico dell’ Epatite C cronica ha ammesso alla rimborsabilità i farmaci DAA per i pazienti più gravi. Essi costituiscono un’innovazione assoluta in ambito medico, perché garantiscono il massimo beneficio della cura: sono capaci di eradicare l’infezione in oltre il 90% dei pazienti trattati; gli effetti collaterali derivanti dall’impiego di questi farmaci è scarso o nullo; la terapia deve essere iniziata il più presto possibile, in quanto il trattamento tardivo, quando la malattia è già evoluta in cirrosi epatica, riduce ma non annulla alcune complicanze, tra le quali il tumore al fegato; i pazienti che rispondono alla terapia guariscono completamente, il medico non dovrà più prendersi cura del malato, evitando così tutte le spese derivanti dal trattamento della malattia.
Una cura con i farmaci DAA è più efficace di un vaccino perché, a differenza di quest’ultimo, non richiede di intervenire su tutta la popolazione per arginare, prevenire e eliminare l’infezione/malattia, ma permette di trattare e guarire chi è già portatore della malattia, senza intervenire sui soggetti sani. Il trattamento di tutti i malati è quindi scientificamente l’approccio più adeguato, essendo questa terapia un’alternativa al vaccino anti-HCV. Tanto è vero che le maggiori industrie farmaceutiche che avevano il progetto vaccino lo hanno abbandonato.
Con l’obiettivo finale di favorire l’accesso alle nuove terapie per tutti i pazienti affetti da epatite C cronica e garantire al tempo stesso la sostenibilità del SSN, è stata individuata una strategia di accesso modulata sulla base dell’urgenza clinica al trattamento. Oggi il progetto nazionale consente il trattamento con tali farmaci solo per i malati cronici ma è necessario garantire l’accesso alle cure ed ai nuovi farmaci per tutti i pazienti affetti da epatite C individuando un cronoprogramma e tempi certi per l’accesso alle cure per tutti i malati.