Le gelate tardive, dopo le alte temperature raggiunte tra fine marzo e inizio aprile, che nei giorni scorsi si sono abbattute nel nostro territorio hanno flagellato l’agricoltura emiliano-romagnola.
Sono stati colpiti frutteti e coltivazioni, molti raccolti sono stati quasi completamente compromessi a causa dello shock termico che ha raggiunto il picco nella notte tra mercoledì 7 e giovedì 8 aprile, con le temperature scese in alcune zone ben al di sotto dello zero. Hanno sofferto in particolare gli alberi da frutto, sia in pianura che in collina. Anche le colture vinicole di trebbiano e sangiovese, così come quelle di uve bianche precoci hanno avuto danni.
Oltre al danno produttivo, duole sottolineare come non tutte le assicurazioni siano state tempestive nell’apertura della campagna 2021. Alcuni contratti già sottoscritti non risultavano ancora registrati al momento delle gelate. Un problema che va affrontato insieme a quello generale dell’insufficiente ricorso alle assicurazioni da parte di molte aziende agricole.
In Assemblea Legislativa, ho sottoscritto una interrogazione urgente presentata dalla collega consigliera PD Manuela Rontini, Presidente della II Commissione Politiche Economiche. Nella risposta del Sottosegretario Davide Baruffi è stata evidenziata la situazione complessa che riguarda imprese e produttori. La frutticoltura risulta in grave sofferenza a causa del climate change, dell’insorgenza di nuove fitopatie e della concorrenza internazionale.
La Regione Emilia-Romagna ha subito messo in campo diversi strumenti: è stata attivata la piattaforma online per la segnalazione dei danni e chiesta la convocazione del Tavolo nazionale dell’ortofrutta per la tempestiva messa a disposizione dei 20 milioni di euro ottenuti nel corso del 2020 sul decreto 102, cui si aggiungono gli ulteriori 70 stanziati con legge di stabilità.
Nel biennio 2021-22, che è di transizione tra la nuova e vecchia programmazione dei fondi europei per lo sviluppo rurale, sono previsti 60 milioni di euro da destinare ad investimenti delle aziende agricole, anche allo scopo di potenziare strumenti di difesa attiva, resi oramai ineludibili dai cambiamenti climatici.