Migliorare la qualità delle acque della Sacca di Goro è una priorità. L’eccezionale caldo di questi mesi estivi, unito ad una normale ventilazione, ha reso le acque delle zone più interne della sacca anossiche, cioè prive di ossigeno. Un fenomeno che ha causato la moria di vongole degli allevamenti con un danno economico consistente per le comunità del luogo.
Per contrastare questo fenomeno si è reso necessario un investimento di oltre 800 mila euro per realizzare un nuovo manufatto – una “chiavica”, in termini tecnici – sull’argine di separazione tra la Sacca e il Po di Goro, in località Traghetto nei pressi dell’abitato di Gorino, nel Comune di Goro.
La Regione Emilia-Romagna contribuirà al finanziamento dell’opera con 344.755 euro. Come detto dall’assessore Gazzolo: “Era necessario dare una risposta ad una esigenza anche di tipo ambientale, oltre che economica”, dopo aver tenuto per mesi i contatti con le istituzioni locali e le associazioni operanti nel territorio per condividere un percorso utile a risolvere un problema che tocca da vicino tutta la comunità.
I lavori fanno parte di un progetto europeo, il Life 13 NAT/IT/000115 – “Life Agre- coastal lagoon long term management, coordinato dalla provincia di Ferrara, e che vede tra i partner i Carabinieri forestali, la Regione Emilia-Romagna, l’Ente di gestione per i parchi e la biodiversità Delta del Po, l’Università di Ferrara, le due organizzazioni dei produttori operanti nella sacca che raggruppano circa 1.000 dei 1.350 addetti alla coltivazione delle vongole, e il Comune di Goro come cofinanziatore del progetto.
Il nuovo manufatto, che andrà a sostituire quello esistente, regolerà gli scambi idrici fra le acque dolci del Po di Goro e quelle salmastre della Sacca, anche con l’utilizzo di pompe meccaniche, per contrastare lo sviluppo delle macroalghe e le eventuali crisi anossiche.