Dopo essersi costituita parte civile al processo Aemilia, la Regione Emilia-Romagna stringe le maglie contro l’infiltrazione mafiose con nuove norme e nuovi provvedimenti contro la criminalità organizzata: vogliamo dotarci di tutti gli strumenti idonei per debellare un fenomeno si è insinuato anche nei nostri territori.
I provvedimenti approvati dall’Assemblea Legislativa vogliono ampliare gli strumenti che permettano di riconoscere anticipatamente i segnali della penetrazione della criminalità organizzata, che variano in base ai contesti locali. Da qui l’esigenza di rafforzare il ruolo di osservatorio che la Regione esercita ai sensi della L.R. 3/11, definendo in maniera più compiuta le caratteristiche strutturali ed i compiti dell’Osservatorio regionale sui fenomeni connessi al crimine organizzato e mafioso, ma soprattutto istituendo una Consulta di esperti in grado di monitorare il fenomeno mafioso in tutti i suoi aspetti e proporre iniziative ed azioni incisive in questo senso.
Il provvedimento legislativo introduce, ex novo, la Consulta regionale per la prevenzione del crimine organizzato e mafioso e per la promozione della cultura della legalità, che svolge attività propositive e consultive nei confronti della Giunta, presieduta dal Presidente della Regione e composta da rappresentanti istituzionali e da esperti negli ambiti attinenti all’educazione alla legalità e alla cittadinanza responsabile nonché al contrasto alla criminalità organizzata e mafiosa.
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