Presentato in Assemblea Legislativa il progetto di riordino istituzionale della Regione Emilia-Romagna. L’obiettivo è chiaro: il riassetto del sistema istituzionale e delle sue funzioni imposto dalla Legge 56 cosiddetta Delrio, che ha svuotato le province, non fermandosi però alla mera attuazione della stessa, ma facendo uno sforzo per delineare un sistema istituzionale e territoriale efficace, efficiente ed anche innovativo.
Non ci siamo accontentati del piccolo cabotaggio, lasciando tutto fermo (compresi i problemi che i territori vivono a seguito del venir meno delle Province così come le conoscevamo): la grande sfida che abbiamo accettato, è stata quella di cogliere questa come una vera opportunità per ammodernare il sistema istituzionale anche alla luce delle innovazioni introdotte in questi anni su Unioni e Fusioni dei Comuni per renderlo all’altezza delle aspettative dei cittadini.
Quello che emerge dalla legge di riordino istituzionale è quindi un nuovo modello che vede la Regione stessa cambiare (basti pensare alle nuove Agenzie regionali: quella per la Prevenzione, Ambiente ed Energia, quella per la sicurezza territoriale e la protezione civile e quella per il lavoro), la Città Metropolitana come fattore di attrattività e i territori aggregati in aree vaste per l’esercizio di funzioni.
Siamo consapevoli che questi temi non scaldano il cuore in un momento nel quale i problemi di molte persone sono altri, ma non per questo il tema poteva essere affrontato con superficialità o leggerezza perché l’indifferenza che tutto sommato si riscontra oggi potrebbe facilmente trasformarsi in protesta se il sistema non funzionasse. Per assurdo avremo la dimostrazione che questa è una buona legge se i cittadini non si accorgeranno che l’abbiamo fatta visto che l’erogazione dei servizi proseguirà tranquillamente e il trasferimento delle funzioni avverrà senza clamori.
Quello che più interessa a cittadini e istituzioni è la semplificazione delle procedure in coerenza con la legge regionale sull’attrattività per moltiplicare i casi Berluti a Ferrara, Philip Morris a Bologna, Lamborghini a Sant’Agata Bolognese; puntiamo a questo e in tal senso credo sia avviato il giusto percorso per fare il salto di qualità.