Venerdì mattina 26 marzo studenti, genitori e personale scolastico hanno indetto “lo sciopero della DAD” e a Ferrara sarà organizzato un flash mob simbolico.
Condivido il pensiero da cui muovono: la scuola, che è didattica, educazione, crescita e socialità, non può essere in coda alla lista dei problemi. Le modalità con cui, dal febbraio scorso, si è riusciti a garantire una continuità nell’apprendimento e insegnamento erano necessarie e accettabili quando ancora avevamo pochissimi strumenti per fronteggiare un virus di cui si sapeva poco o nulla.
Ma ora le condizioni sono mutate e dobbiamo voltare pagina.
La vaccinazione del corpo docente e l’ampia reperibilità di tamponi che danno un esito affidabile in pochi minuti, fino a qualche mese fa, erano solo auspici. Che ora sono concretizzati. Dopo Pasqua mi aspetto un cambio di passo. Non possiamo permetterci di lasciare famiglie, docenti, alunni e studenti nell’incertezza di sapere se il lunedì successivo si entrerà in classe o no. Non possiamo ignorare che il costo sociale e psicologico di quella che è nata come una misura emergenziale è, e sarà ancora nel tempo, alto e forse non del tutto recuperabile.
Tamponiamo a tappeto bimbi e studenti per garantire il loro rientro in classe in sicurezza. Stiamo al fianco loro e delle loro famiglie che negli ultimi tredici mesi hanno perso fiducia nel sistema educativo e scolastico.
La scuola è un diritto, e come tale dobbiamo garantirlo nella sua pienezza.