Lo sport di base è allo stremo, con le chiusure di impianti e palestre che ormai da marzo 2020 procedono a singhiozzo, si stima che circa 1 milione di addetti sia senza stipendio ormai da mesi, con misure compensative che tardano ad arrivare.
La questione oltre che sul piano economico e occupazionale, mi preoccupa anche per quello della salute. Circa 20 milioni di italiani hanno interrotto ogni tipo di attività fisica e 5 milioni di ragazze e ragazzi hanno smesso di fare avviamento allo sport: stanno aumentando l’obesità infantile e anche le patologie croniche che, tra le cure, vedono anche l’attività sportiva.
I danni al settore rischiano di essere duraturi, se non in alcuni casi irreversibili.
La Regione Emilia-Romagna negli ultimi anni aveva investito con convinzione in questo settore, per promuovere l’attività fisica, adeguare gli impianti e collaborare con il mondo sportivo. Con una interrogazione mi sono rivolta direttamente alla Giunta per farmi portavoce di alcune preoccupazioni e sollecitazioni che provengono dal settore.
In particolare per sapere
- quando verranno messi a disposizione del settore sportivo i fondi regionali, che ammontano a 2 milioni, annunciati per i ristori alle palestre attraverso una nuova convenzione con le Camere di Commercio
- dal Governo, se in futuro saranno riconosciuti ristori specifici per gli istruttori e le istruttrici, costretti a non lavorare da molti mesi
- se sono ipotizzabili specifici protocolli per consentire la riapertura in sicurezza degli impianti sportivi, permettendo alle associazioni e società sportive dilettantistiche di programmare la ripartenza
- se la Giunta intenda prevedere azioni di sostegno economico per le società sportive che contribuiscono ad animare quartieri e frazioni, promuovono tra i giovani i valori educativi e sociali dello sport e gestiscono impianti sportivi pubblici, evitando l’abbandono e il deterioramento che deriverebbero dal loro prolungato inutilizzo.