Quello del ricambio generazionale è probabilmente uno dei
macro-problemi più sentiti oggi in agricoltura. Si sta consolidando
l’aumento dell’età anagrafica dei conduttori che sempre più spesso
faticano a trovare “eredi” disposti ad assumersi la responsabilità di
un’occupazione tanto onerosa e oggi più che mai soggetta ai danni
causati dal cambiamento climatico.
Ne ha recentemente parlato anche Guglielmo Bernabei, presidente di
Ferrara Bene Comune e ricercatore universitario, a un’iniziativa
pubblica organizzata dall’Associazione Cds Cultura. In
quell’occasione, ha rilanciato la proposta di istituire una Banca
regionale della Terra, che mi sento di poter appoggiare in pieno.
Nel 2016, in Regione Emilia-Romagna, proprio il Pd aveva presentato
una proposta di legge che prevedeva la creazione di un hub di scala
regionale per raccogliere i terreni agricoli e agroforestali, le
aziende e i fabbricati rurali disponibili per affitto e concessione.
Beni da destinare alle iniziative di giovani under 40.
Questa proposta va ripresa in mano e portata a compimento. Non è
facile realizzare un progetto di questa entità considerato che per
ragioni geografiche, fiscali e legali quello dell’agricoltura è un
settore in cui ci sono molte differenze anche tra terreni vicinissimi.
Ma tutti questi ostacoli vanno superati perché il ricambio delle
conduzioni è diventata un’urgenza prioritaria, che eviterebbe che
interi appezzamenti siano abbandonati o lasciati incolti. La Banca
della Terra regionale sarebbe una valida risposta a questo problema e
terrebbe insieme il tema dell’occupazione, dello sviluppo economico,
dell’innovazione e della sostenibilità.
L’apporto delle associazioni di categoria sarà di grande importanza.
Il percorso che vogliamo avviare sarà condiviso e partecipato.
Pensiamo anche all’utilizzo dei modelli di agricoltura biologica,
sociale e sostenibile, oltre alla realizzazione di produzioni a
marchio di qualità ed alla collaborazione con start-up innovative in
ambito agroalimentare presenti sul territorio regionale.